… il mio 25 novembre

Stop Femminicidio Alessia Zeferino

Le mani scorrono come sempre veloci sulla tastiera. Il 25 novembre è trascorso. La tanto decantata giornata mondiale contro la violenza sulle donne è andata anche per quest’anno.

Ho visto donne parlarne con il sorriso. Altre leggere in video discorsi inutili e privi di senso logico. E altre ancora enfatizzare tutto come se fosse una fiaba. Scusatemi se sarò càustica come sempre, ma tutto questo mi ha lasciato un leggero senso di “schifo”.

Avete letto bene “schifo”.

Perché il 25 novembre, così come l’8 marzo, non sono giornate dove si parla con il sorriso sulla faccia, si decantano poesie o si sale sul pulpito per esternare prediche inutili.

Dal 1999 ad oggi è come se il tempo si fosse cristallizzato senza fare nessun passo avanti. Si parla di parità di sessi, di dire basta alla violenza e poi?

Poi tutto si riduce in stupide parole che il vento porta via. Le donne resteranno sempre un passo indietro per molti “esseri umani”.

Lo si vede nei gesti quotidiani. In televisione, dove proprio il 25 novembre, “mamma Rai” ha deciso di dedicare un servizio su come fare la spesa in maniera sexy.

La figura della donna resterà al 90% legata agli stereotipi.

O ti adegui ad una società piegandoti a dei precisi schemi o resterai per sempre una pecora nera.

Semplice no? Sei donna… non ti è concesso avere la libertà che ha un uomo.

Se vai a letto con tanti uomini sei una troia… se a farlo è un uomo riceverà solo rumorosi applausi dai suoi amici.

Sei donna? Se ti vesti scollata vuoi che tutto l’universo umano e animale punti lo sguardo sulle tue tette.

Sei donna e indossi una gonna corta?  Allora di certo desideri che il mondo focalizzi l’attenzione sulle tue gambe o sulla biancheria intima che porti.

E se qualcuno ti molesta beh… c’è ancora chi dirà “te la sei cercata”.

Perché è chiaro, se indossi un perizoma. Un rossetto rosso. Uno spacco leggermente più ampio lo stupro è d’obbligo. E’ corretto. E’ giusto.

Mancano 29 giorni a Natale e non riesco a capire come mai la mia mente continui  a fare questo conto.

Mancano 29 giorni a Natale e l’emergenza sanitaria ha costretto molti di noi in casa. La casa… cos’è la casa? Per molti un porto sicuro. Per altri invece l’inizio della fine. Mentre torno nella mia di casa e con un gesto automatico levo via le scarpe per poi lanciare la borsa e mettermi in tuta sul divano o davanti al pc,  penso a tutte quelle donne che non vivono d’ansia per il Covid-19 ma per il “mostro” che hanno dentro casa. Perché parecchie volte, forse troppe, il “mostro” è dentro casa e non lo sappiamo… o meglio lo sappiamo, lo sanno tutti anche i vicini, ma si preferisce il silenzio.

Perché nonostante si parli e si conosca il fenomeno nulla è così semplice.

Certe donne, certe sorelle, certe amiche non riescono a strapparsi quel “mostro” di dosso. Non ci riescono per paura, per minacce o ancora peggio perché il loro corpo e la loro mente non è più capace di reagire con forza. Vorrei che si parlasse dell’argomento con più lucidità, meno sorrisi e meno voglia di apparire a tutti i costi.

Ricordo ancora quando mi invitarono ad un convegno per parlare di donne

Fui l’ultima a parlare. La sala restò gelata. Parlai di donne. Narrai la storia di donne come tutte noi. Donne uccise da ciò che qualcuno osa ancora chiamare “amore”.

Parlai di donne di cui ho scritto e di donne che ho seguito da lontano per cronaca.

Conclusi parlando di Chiara Insidioso. Sapete chi è Chiara Insidioso? Vi dico solo che nel febbraio del 2014 Chiara, con un leggero ritardo cognitivo, fu aggredita e presa a spintoni e calci in testa per una scenata di gelosia dal suo fidanzato. Chiara fu colpita con calci in testa da quello che riteneva il suo uomo con  scarponi dalla punta in ferro. E non è bastato a quest’ “uomo” vederla svenire,  perché la sua violenza è continuata.

E Chiara?

Chiara da quel fottuto 2014 è ridotta stato vegetativo.

Scusatemi se non riesco a essere morbida e rilassata. A sorridere quando parlo di donne. La verità è che la violenza mi ha stancata. E fino a quando una donna sarà umiliata, minacciata, picchiata, violentata nell’anima e nel corpo, vittima di revenge porn, uccisa… per me sarà sempre una grande sconfitta.

Non una in meno… si è detto in questi anni… eppure siamo molte meno di una in meno. I numeri parlano chiaro. La violenza non si è fermata. Corre veloce come un treno senza soste. Si fermerà?

Fumo ancora una sigaretta. Lego i capelli e resto ferma davanti allo specchio. Mi osservo mentre sento la pioggia battere sulle serrande. Sono donna e sono viva. Mi osservo e vedo una donna cambiata negli anni. Forse migliorata… forse peggiorata, non lo so ma l’unica cosa che vorrei è che l’escalation della violenza prima o poi fermi.

Perché a tutto c’è una fine… non solo alla vita delle donne.

 

 

 

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