Mia mamma mi ha sempre detto…

pastina

pastinaQuando ero bambina ricordo che mia madre mi diceva sempre di non giudicare nessuno. Ricordo che, quando ero bambina, mi madre mi ha sempre cresciuta facendomi disconoscere le “diversità”. Quando ero bambina ricordo che mentre qualche altra mamma storceva il naso se la propria figlia o il proprio figlio non era seduto in banco con un bambino benestante la mia, di mamma, mi diceva che tra noi bambini nessuno era diverso e che mi sarei non solo potuta sedere accanto a chi volevo ma soprattutto accanto a chi avrebbe deciso la mia maestra senza obiettare.

Quando sono cresciuta mi ricordo alcune frasi feroci di ragazzini stupidi. Ricordo che camminavo curvando le spalle per evitare che mi chiamassero tettona. Quando piangevo mia madre mi diceva che non dovevo preoccuparmi e pensare solo a studiare e non alle stupide parole. Poi ricordo la mania della magrezza. Mi ricordo la ferocia nelle parole di chi mi attribuiva dei chili in più non conoscendo il mio passato da bambina con serissimi problemi alimentari. Non mangiavo. Non mangiavo neanche ammazzata. Per farmi mangiare un misero fondo di un piatto di pasta la mia famiglia ci impiegava dalle due alle tre ore. Ricordo che mia madre mi narra di quando mi colpì la pertosse e ci stavo restando sotto con una crisi di tosse. Perché? Perché il mio corpo era troppo fragile per poter reagire positivamente. Io ci provavo a mangiare ma non ci riuscivo e molto spesso dopo quelle due ore di tentativi dopo aver terminato quella pastina con la salsa vomitavo tutto. Ricordo ancora di quando una notte andai a finire in ospedale disidratata. Ricordo che le infermiere erano preoccupatissime e che il dottore mi conficcò nella carne un ago grosso che serviva per nutrirmi. Stavo male ma ero felice lo stesso. Sorridevo.

Ma loro? Quelli che prendevano per il culo, che cazzo ne sapevano?

Poi gli anni sono passati. Sono cambiata e poi cambiata ancora. Il mio sedere, ringraziando il Signore, non è più dimagrito (si, io lo ringrazio proprio il Signore… credetemi) e le voci degli idioti si sono affievolite.

Ma gli stronzi. I coglioni. Esistono ed esisteranno sempre. C’è sempre qualche idiota che possibilmente fa qualche battuta cretina per qualche chilo in più. Ed io? Io rido. Me ne fotto. Perché chi è capace di esternare tanta ignoranza ha proprio mancanza di peso sia dentro le mutande sia nel cervello. Perché, come mi ha detto sempre mia madre, certe battute le fa solo chi vive di “pochezza”. Se commento? No. Non commento perché mi diverto a vedere quanto sono imbarazzanti mentre cercando di fare qualche battuta del cazzo (scusare la scurrilità ma questa sera ci sta proprio). Rido perché guardandomi allo specchio vedo me stessa senza troppi difetti. Vedo una donna di 32anni (portati anche bene) che lotta ogni giorno per i propri diritti da professionista. Vedo me oggi e rivedo quella bambina che vomitava la pastina con la salsa. Sono cresciuta ancora. Sono cresciuta ed ho deciso di tatuarmi. Ho iniziato con un tribale sul polpaccio destro. Un tribale che oggi non esiste più perché coperto da un altro tatuaggio. E poi? Poi mi sono fatta prendere la mano, nonostante qualcuno abbia aperto in eccesso la bocca dandomi della pazza (e mi fermo qui), da uno sono diventati due, poi tre… poi dieci… poi venti… e po? Poi ho perso il conto. Ho perso il conto e me ne frego. Come me ne sono sempre fregata delle sterili critiche di chi, tutt’oggi, mi dice che ho rovinato, deturpato il mio corpo (il mio, giusto per l’appunto, visto che lo abito… e non quello di chi parla e sparla).

E non riesco a confrontarmi con l’ignoranza, Nonostante mia mamma mi abbia sempre detto di essere comprensiva con tutti io non riesco, non riesco proprio, a confrontarmi ne con l’ignoranza ne con la cattiveria umana.

Eppure mia mamma ci ha provato a cambiare questo aspetto “difettoso” del mio carattere provando a farmi capire che un confronto lo dovrei avere proprio con tutti, Non ci riesco. Malefica cede le armi. Non riesco a confrontarmi con chi cammina a mo di cavallo, con i paraocchi, e tanto di carretto siciliano alle spalle (con tutto il rispetto per i cavalli, chiaramente).

Oggi il mio pensiero vola ad un’amica, Tiziana e la sua compagna. Si, avete letto bene, la sua compagna. Tiziana sta con una donna e non c’è nulla da scandalizzarsi. Chi s’indigna, chi storce il naso può anche evitare di proseguire la lettura. Perché sapete una cosa? Mia mamma mi ha sempre detto, da quando ero bambina, che l’amore è uguale per tutti. Perché mia madre che di anni a breve ne avrà 69 non si è mai scandalizzata davanti a nulla. Perché mia madre adora il mio amico omosessuale come se fosse suo figlio. Perché mia madre ha aperto casa ad amici con relativi compagni o compagne e prescindere dal loro orientamento sessuale. Il mio pensiero vola a Tiziana e Carmen (che conosco molto meno di Tiziana ma che stiamo in egual modo) perché essere discriminata nel 2016 nell’era dove siamo talmente tecnologici da riuscire ad installare, nei cellulari dei propri compagni, delle applicazioni per vedere dove si trovano in qualsiasi punto della giornata ed utilizzarle, poi, per dare sfogo allo follia pura come è successo nella periferia di Roma a Sara Di Pierantonio che è stata “localizzata” e poi “bruciata viva” dal suo ex fidanzato che non accettava la fine della loro storia, mi sembra davvero un atto vergognoso.

Oggi mi stringo a Tiziana e Carmen che hanno visto una foto dei loro volti mentre si scambiavano un bacio durante il Pride a Siracusa accostato ad un “culo”. Il tutto adornato dall’aulica frase: “Ognuno con i suoi gusti”.

Non voglio fare polemica. Avrei potuto sceglier il silenzio e preferire che questa brutta storia sia lentamente scivolata nel dimenticatoio che è il grande contenitore “non differenziato” (purtroppo) del web. Mi sono sentita, però, di esprimermi e dire la mia perché mia mamma mi ha sempre detto che stare in silenzio, parecchie volte, fa male e che se per raccontare nuove storie, grazie al potere delle scrittura fa bene, bisogna mettere i gioco anche il proprio passato senza pensare a quando, da bambina, quella pastina con la salsa la odiavo più di quanto detestavo che mi venissero pettinati i capelli ricci.

3 thoughts on “Mia mamma mi ha sempre detto…

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