Credevo che…

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Credevo che che la cosa più difficile fosse spiegare ai bambini che Babbo Natale non esiste. Credevo che la cosa più difficile da spiegare fosse l’apparato riproduttore anche se nei libri si riduce tutto a; “i maschi hanno il pene e le femmine la vagina… hanno il ciclo mestruale ogni 28 giorni e sono nate per fare figli”.

Eppure ho capito che le mie difficoltà sono del tutto ridicole. Le mani scivolano veloci sul pc questa mattina. Talmente veloci da non riuscire neanche a sentire il ticchettio delle unghie sulla tastiera. Ieri sera sono bastate due notizie per cambiare rotta. Nonostante da cronista di nera sia abituata alla morte sono convita che la cosa più brutta sia cercare di spiegarla e continuare a conviverci con la stessa facilità di quando la mattina inserisci, come da rito, la capsula nella macchinetta del caffè.

Del resto, come la spieghi la morte? Come fai a spiegarla senza strappare il cuore a pezzi? Come fai a spiegarla semplicemente senza far scaturire altre domande? Come fai a spiegarla senza fare del male? Come fai a spiegarla cercando di circoscriverla nel famoso “cerchio della vita”?

Ieri è andata via, per sempre, stroncata da una brutta malattia una ragazza più giovane di me. Una di quelle che, nonostante la malattia, sorrideva sempre. Ed è andato via anche un papà ed un nonno. E mi domando come si faccia a comunicare certe cose. C’è un modo giusto? E se esiste qual è?

Il mio caffè, mentre scrivo queste poche righe, è diventato gelido proprio come il tempo di questi giorni e come il cuore in questo momento. Mi trascino a prepararne un altro. Accendo una sigaretta “vera” consapevole che per tutto il giorno continuerò a domandarmi: “come si riesce a spiegare la morte?”,

Io la risposta non la conosco. Giuro. Nonostante la morte abbia sbattuto anche su di me lacerandomi la carne, continuo a non avere mai la risposta giusta che è seguita dalla domanda:”perché?”.

E anche questa domanda resterà per sempre una grande incognita. Una di quelle che ti tormentano e continueranno a tormentarti fino a quando avrai respiro.

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